martedì 16 luglio 2024

SISTEMA IMPRESA

04-04-2014

Approvata in via definitiva la Riforma delle Province

Ecco cosa cambia con il ddl Delrio




La Camera ha approvato definitivamente con 260 voti favorevoli, 158 contrari e 7 astenuti (204 assenti), la riforma delle province elaborata dall’ex ministro per gli Affari regionali e attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Graziano Delrio.

ll ddl Delrio era stato presentato ad agosto 2013, approvato alla Camera durante il governo Letta e lo scorso 26 marzo era stato approvato anche dal senato. Mercoledì 2 aprile sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate dal Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega.

Saltano, quindi, le elezioni provinciali che si sarebbero dovute svolgere a maggio in 53 province.

L’approvazione definitiva del disegno di legge, che nasce con l’intento di ridurre i costi, porta con sé cambiamenti che fanno discutere.

I consigli provinciali e le giunte, infatti, vengono trasformati in Assemblee dei sindaci: questi ultimi lavoreranno nei nuovi enti territoriali di area vasta, percependo esclusivamente le indennità già corrispostegli in qualità di primi cittadini.


Competenze a regioni e province

I presidenti di Provincia non saranno più eletti dai cittadini, ma indicati all'interno di una assemblea formata dai sindaci dei Comuni del territorio di riferimento. Ad esempio, il futuro presidente della Provincia di Cremona sarebbe scelto tra i sindaci dei Comuni di Cremona e percepirebbe soltanto lo stipendio da sindaco. Le competenze provinciali vengono trasferite a Regioni e Comuni, ad eccezione dell'edilizia scolastica, della pianificazione dei trasporti e della tutela dell'ambiente.

 


Si cambia dal 1 gennaio 2015

Il personale è destinato a continuare a lavorare presso gli organi territoriali di riferimento dell'attività svolta, mantenendo retribuzione e anzianità di servizio. Il ddl prevede che questi nuovi enti provinciali prenderanno vita a partire dal 1 gennaio 2015. Fino ad allora è previsto che le Province siano  rette da commissari (si tratterà degli attuali presidenti di Provincia che cambieranno nome in commissari) in quanto non si voterà per le rielezioni dei 52 organi provinciali in scadenza nel 2014.

 

 

15 aree territoriali

Napoli, Milano, Torino, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Venezia e Reggio Calabria diventano città metropolitane. A queste va aggiunta Roma, già inquadrata con l'istituzione di Roma Capitale; in futuro anche Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste, anche se l'istituzione deve passare attraverso un provvedimento delle Regioni a statuto speciale a cui appartengo) sono destinate a diventare città metropolitane. In totale, alla fine si tratta di 15 nuove aree territoriali che vanno a sostituire le Province, ricoprendo il territorio della Provincia omonima e assumendone le competenze. Devono essere guidate da un sindaco metropolitano che, a differenza dei presidenti delle 'nuove Province' può anche essere eletto ma solo previa istituzione di una apposita legge. Altrimenti, il sindaco metropolitano coincide con il sindaco della principale città e non percepisce indennità aggiuntive per l'ulteriore incarico.

 

Altri organi saranno il Consiglio metropolitano, indicato dal sindaco, e la Conferenza metropolitana. Quest'ultima è previsto sia composta dai sindaci dei Comuni appartenenti alla città metropolitana. Il personale delle amministrazioni provinciali, pertanto, è destinato a confluire nel nuovo ente territoriale. Il ddl prevede che le città metropolitane prendano vita a partire dal 1 gennaio 2015.

 

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