martedì 16 luglio 2024

SISTEMA IMPRESA

03-03-2014

Disoccupazione al 12,9%, è record

Tazza: «Un piano per il lavoro efficace, rivolto a giovani e PMI»




«Di fronte ai nuovi dati Istat relativi alla disoccupazione» esordisce Berlino Tazza, presidente di Sistema Commercio e Impresa «il governo Renzi non può non dare le risposte concrete che tutti aspettano. Dallo studio emergono tutte le reali difficoltà del mercato del lavoro, per questo è necessario che l’esecutivo studi un piano per il lavoro attento alle categorie più colpite dalla crisi». Secondo l’Istituto Nazionale di statistica a gennaio il tasso di disoccupazione si è attestato al 12,9%, dato allarmante che non veniva raggiunto dal 1977.

 

La piaga della disoccupazione giovanile


I disoccupati risultano 3 milioni 293 mila, con un bilancio negativo che pesa soprattutto sui giovani: i senza lavoro nella fascia 15-24 anni sono 690mila, con un tasso medio salito al 42,4%. Dal 2008, anno di inizio della crisi, si contano 984mila occupati in meno, 478mila solo nel 2013. Molto critica la situazione al Sud, a gennaio la disoccupazione degli under25 raggiunge il 42,4%. Siamo al secondo posto, dietro al 54,6% della Spagna. I neet - giovani che non lavorano, non studiano e non cercano impiego- sono 2,2 milioni e rappresentano il 21,2% dei disoccupati nella fascia di età 15-24 anni, percentuale che al sud raggiunge il 28,5% della popolazione.

 

Panorama europeo


In un panorama europeo che vede l’Italia in una situazione allarmante, con una percentuale di disoccupazione pari al 12,9%, spiccano le percentuali dell’Austria (4,9%), della Germania (5%) e del Lussemburgo (6,1%). I valori più alti vengono registrati dalla Grecia (28%) e dalla Spagna (25,8%), il Bel Paese con il dato intermedio, si trova sopra la media Ue (18%).

 

I dettagli del report Istat


Gli occupati over 50 sono cresciuti, per effetto della legge Monti-Fornero che ha visto l’allungamento dell’età pensionabile. I dipendenti a tempo indeterminato sono diminuiti di 190mila unità, i lavoratori indipendenti sono calati di 143mila unità e i precari hanno visto una diminuzione di 51mila collaboratori e 146mila contratti a termine. Per quanto riguarda le differenze di genere, si registra un calo sia tra gli uomini (-1,7%), sia fra le donne (-1,1%). Per quanto riguarda i settori, nell’industria si registra un calo di 89mila occupati, nelle costruzioni di 163mila, il terziario perde 191mila posti di lavoro.

 

Tazza: «Fine del contratto unico e un rilancio dell’apprendistato»


«Di fronte ai dati Istat, è importante la scelta dell’esecutivo Renzi di sottoporre la sua proposta di Jobs Act» analizza il presidente Tazza «Il piano per il lavoro, che l’Italia chiede con urgenza, si deve rivolgere soprattutto alle piccole e medie imprese, il sacrificato punto di forza dell’economia italiana. Proprio perché il tessuto economico è costituito da diverse realtà, bisognerebbe dare il via a un tipo di contratto aziendale, individuale e specifico, che scardini le logiche del contratto unico nazionale. Per la fascia di disoccupati, soprattutto quella giovanile, una soluzione potrebbe essere quella di offrire voucher-opportunità da spendere nei centri di formazione e collocamento pubblici, privati o no-profit. Occorre soprattutto rilanciare il contratto di apprendistato attraverso incentivi, promuoverne la diffusione con una semplificazione in materia di formazione interna e certificazione delle competenze».

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