SISTEMA IMPRESA
04-09-2013
L’Europa riparte, l'Italia no.
Tazza: “Servono misure per agganciare la ripresa”
Non tranquillizza la stima dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) di una contrazione del Pil dell’Italia dell'1,8% nel 2013. Ancor più se si considera che il Pil italiano è l'unico tra i Paesi del G7 ad essere negativo per l'anno in corso e in relazione ai dati degli altri Stati europei: la Francia registrerà a fine anno una crescita dello 0,3%, la Germania dello 0,7%, la Gran Bretagna dell'1,5%, nonostante permanga una diffusa vulnerabilità nell'intera Eurozona.
«Benché siano comparsi timidi segnali di ripresa» ha spiegato Berlino Tazza, presidente di Sistema Commercio e Impresa «auspichiamo che il Governo attui ulteriori misure per agganciare concretamente questi segnali e per predisporli a quando la ripresa sarà più netta.
Servono riforme per aumentare la produttività, destinate a migliorare la competitività e le performance nell'export - unico settore che ha dimostrato di reggere nonostante la crisi - ma anche finalizzate al rilancio della domanda interna. Ahimè, le recenti misure non sono sufficienti a far ripartire i consumi.
Un’incisiva riforma del fisco e misure volte ad accrescere il potere di acquisto dei consumatori sono le strade da percorrere. Contenere la disoccupazione diventa allora prioritario. Purtroppo il rischio resta elevato in molte economie avanzate».