SISTEMA IMPRESA
11-03-2022
Stop alla guerra
Il presidente Berlino Tazza: “Conflitto non sostenibile sul fronte umanitario. UE rischia collasso economico”
Davanti alla guerra c’è l’obbligo di ristabilire un clima di pace e fiducia mettendo fine alle distruzioni e alle morti. C’è anche la necessità di un Paese, come l’Italia, di continuare a fornire energia e gas ad un sistema imprenditoriale che tenta faticosamente di uscire dalla crisi del Covid. Il Pnrr, d’altro canto, rischia di perdere capacità progettuale e realizzativa se le risorse necessarie per tradurre in realtà il piano sono distratte a scopo energetico. Un rischio che si sta concretizzando dopo la guerra e le sanzioni alla Russia di Putin. Resta, davanti al conflitto scatenato da Mosca, la generosità dei tanti esempi di solidarietà che hanno visto associazioni di categoria e cittadini inviare aiuti al popolo ucraino. Di tutto questo parliamo con Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa Asvicom.
Presidente, che cosa dobbiamo aspettarci ora?
“La guerra deve essere fermata immediatamente. La comunità internazionale, insieme a Russia e Ucraina, deve costruire le condizioni per una pace tempestiva e duratura. L’obiettivo prioritario è il raggiungimento di una situazione nella quale sia garantito il rispetto della libertà e della democrazia. L’Unione Europea si sta dimostrando unita davanti ad una crisi che è sorta ai confini orientali e che vede come aggressore uno dei principali fornitori di gas per le proprie economie. Stanno emergendo, insieme alle distruzioni inaccettabili provocate dal conflitto, forti criticità sul piano dell’approvvigionamento energetico. L’Italia, sotto questo punto di vista, rappresenta l’anello più debole. Occorrono, per questo motivo, soluzioni stabilite di concerto con la UE e con l’Onu. Oggi più che mai devono prevalere gli elementi di solidarietà non solo tra i Paesi partner ma anche tra gli stati che prendono parte ai lavori dell’assemblea delle Nazioni Unite. Nello specifico servono azioni condivise in relazione alla conquista di un contesto di pace e, per ciò che riguarda direttamente le economie continentali, allo stoccaggio delle scorte energetiche. Sul piano della finanza pubblica all’interno dei confini europei servono ampia flessibilità di bilancio e una decisa promozione di liquidità”.
Quali sono i rischi per le nostre aziende?
“Le imprese italiane devono essere messe al riparo dalle conseguenze delle sanzioni che penalizzano la nostra economia capace più di altre di intrattenere uno scambio proficuo e favorevole con la Russia. Pensiamo soltanto al peso di Mosca in merito al commercio della moda, al turismo e al mercato immobiliare di lusso nelle località balneari italiane. Il governo Draghi deve farsi promotore perché Bruxelles attivi immediatamente un fondo a sostegno delle imprese per mitigare gli effetti negativi della guerra sul sistema imprenditoriale nazionale”.
L’aumento dell’energia e dei carburanti è un problema irrisolvibile?
“I prezzi dell’energia sono fuori controllo e costituiscono una priorità sul fronte degli interventi più urgenti. Ai 15 miliardi stanziati dal governo bisogna aggiungere altre risorse perché il problema richiede strumenti finanziari più ingenti. Solo nell’ambito del terziario la spesa energetica, per l’anno in corso, ammonterebbe a 30 miliardi di euro. C’è poi da affrontare, nell’immediato, il nodo drammatico delle imprese che operano nel settore dei trasporti e che sono alle prese con un aumento vertiginoso del prezzo dei carburanti. Qui va rivisto il condizionamento delle accise e dell’Iva. La nostra dipendenza dal gas russo non ha determinato tentennamenti o indecisioni nella strategia dell’esecutivo che ha ribadito, attraverso frasi inequivocabili, l’appartenenza dell’Italia al campo dei Paesi che condanno con fermezza l’attacco di Mosca. Ma è giunto il momento di dare un nuovo impulso alla produzione nazionale di gas senza penalizzare il ricorso alle energie rinnovabili. Dobbiamo realizzare in tempi rapidi un contesto idoneo perché la nostra economia possa essere dotata delle risorse energetiche necessarie ad affrontare con successo la sfida del mercato globale”.
Come si possono trovare le risorse per affrontare la crisi dovuta al conflitto?
“Bisogna intervenire con un’azione di finanza pubblica. Se è indispensabile attuare uno scostamento di bilancio, vista la gravità della situazione, credo si debba perseguire questa strada. Sui rincari in bolletta bisogna andare alla fonte del problema individuando le soluzioni più utili. Non bisogna diminuire soltanto la dipendenza della provvista energetica dall’estero e dalla Russia ma sono gli stessi oneri generali di sistema a carico di famiglie e imprese che devono essere sottoposti ad una modifica radicale ricomponendo secondo logiche più razionali la fiscalità energetica. Alla luce di queste considerazioni deve essere abbattuta l’Iva sulla spesa elettrica delle imprese che operano nel terziario. E anche in merito al caro carburanti il carico fiscale ed i costi della transizione devono trovare un equilibrio che non metta in difficoltà le aziende”.
Anche la vostra confederazione si è attivata sul fronte umanitario.
“Il sistema confederale si è subito attivato per aiutare concretamente i civili ucraini in fuga dalla guerra. La federazione Sistema Trasporti, la sigla datoriale del trasporto pubblico non di linea e NCC aderente a Sistema Impresa, ha organizzato una spedizione di 15 van per trasportare sul confine polacco - ucraino viveri, abiti, scarpe, coperte, sacchi a pelo, medicinali, biberon per i profughi. Il materiale è stato regolarmente consegnato ai volontari delle associazioni umanitarie che stanno operando sulla scena locale. Nonostante la crisi abbia messo in ginocchio il settore dei trasporti, davanti alla sofferenza provocata dalla guerra, molti piccoli imprenditori non hanno esitato a rispondere con generosità e altruismo attraverso gesti concreti. Iniziative realizzate facendo leva unicamente sulle proprie. Anche un'articolazione territoriale lombarda di Sistema Impresa, Asvicom Lodi, grazie al presidente Vittorio Codeluppi ha organizzato la prima spedizione umanitaria del territorio verso il confine ucraino - polacco. Il presidente Codeluppi ha guidato personalmente il convoglio dei mezzi che hanno trasportato all'andata cibo, beni e generi di prima necessità, medicinali, prodotti per l'infanzia, vestiario invernale e coperte mentre al ritorno sono state condotte in salvo quattro donne e sette bambini. La nostra stessa articolazione Asvicom Cremona ha pubblicizzato una raccolta analoga che è confluita nella spedizione lodigiana. Si tratta di esempi di solidarietà ai quali va il ringraziamento di tutta la confederazione”.
Il Pnrr rischia di fallire?
“La questione energetica rischia di compromettere la fase della ripartenza distraendo risorse che dovevano garantire gli investimenti strategici. Non c’è in gioco solamente la capacità trasformativa del Pnrr ma ad essere pregiudicata potrebbe essere la ricaduta che il Piano nazionale di ripresa e resilienza poteva avere sulle economie locali. Ricordo che le forze produttive, istituzionali e civili hanno condivido un programma di sviluppo, il Mastreplan 3C, che contiene con chiarezza le azioni cruciali da realizzare per consentire al territorio di guadagnare punti preziosi sul piano della competitività e dell’attrattività. Ma si tratta di un piano operativo che non può essere attuato in presenza di fattori ipercritici e straordinariamente estranei ad un regime di normalità degli affari nazionali e internazionali”.