martedì 16 luglio 2024

SISTEMA IMPRESA

18-02-2022

«Le misure per ripartire»

Il presidente di Sistema Impresa Berlino Tazza: «Sostenere commercio e famiglie contro caro bollette. Superbonus funziona, no ai limiti sulla cessione del credito»




Il commercio ed il terziario sembravano poter agganciare una ripresa stabile e duratura. Un quadro che era stato confermato dai dati a partire dalla scorsa estate ma che a poco a poco, mentre ci si avvicinava alla fine dell’anno, ha subito un’inversione provocata da fattori inediti: il caro energia ed il ritorno dell'inflazione. «Due elementi che hanno irreversibilmente mutato la tendenza di una ripresa che si stava materializzando come certificavano i numeri in crescita delle vendite al dettaglio. Aumenti energetici e incremento dei prezzi di ampia portata hanno riportato indietro le lancette dell’orologio in relazione alla durata della crisi indotta dal Covid. Ci si aspettava un definitivo e piuttosto celere superamento con l’avvio del nuovo anno invece le cose si stanno rivelando più complicate del previsto. Un’analisi che vale per la situazione nazionale ma anche locale». È il commento di Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa chiamato a fare il punto sull’evoluzione della crisi e lo status quo dell’economia.

 

Caro bollette e inflazione. Quale è l’impatto sulle imprese e sulle famiglie?

«I costi fissi per le attività imprenditoriali e commerciali sono letteralmente esplosi mostrando contestualmente una perdurante difficoltà nel reperimento dei materiali e della merce che hanno pregiudicato la possibilità di ripartire davvero nel 2022. Un quadro negativo all’interno del quale è emersa con forza la problematica di Omicron con tutto quello che ha significato in relazione alla contrazione degli spostamenti delle persone e alle previsioni di andamento dei mercati. La strada è ancora tutta in salita e naturalmente, in uno scenario caratterizzato dall’insicurezza e dalla fragilità, il settore del commercio risulta il più esposto ed il più critico. Sul territorio i fenomeni descritti si sono manifestati sottraendo opportunità di guadagno e determinando ulteriori penalità per gli imprenditori che hanno alle spalle due anni di grande sofferenza».

 

Che tipo di scenario si sta configurando?

«Il malessere è diffuso, trasversale e ha investito tutto il Paese insieme a tutti i settori economici gravando maggiormente, però, sui comparti che più sono stati colpiti dalla recessione dovuta al Covid. Tornando al caro bollette e all’inflazione, si tratta di due fenomeni che agiscono in modo congiunto e che hanno indebolito la capacità di spesa delle famiglie e la vocazione ad investire delle aziende. L’esito è stato una brusca frenata dei consumi che sta erodendo il percorso di ripresa. Siamo ancora in una fase nella quale la meta principale rimane recuperare quote preziose di Pil. In merito al caro energia, bisogna intervenire alla base con una soluzione strutturale e di lungo periodo riconfigurando la bolletta elettrica e stabilendo un programma nazionale che consenta all’Italia di non subire passivamente i prezzi esosi della forniture estere. Ovviamente il governo non può nemmeno sentirsi esentato dal mettere in campo iniziative di breve periodo rispondendo nel concreto alle attese delle aziende. Occorrono compensi adeguati insieme a moratorie fiscali e creditizie. La strategia deve essere volta ad indurre ristori idonei in tutti i rami del commercio che a livello locale sono più diffusi e radicati: negozi di vicinato, trasporti, attività della filiera del turismo e dell’accoglienza».

 

Concentriamoci sulla vendita al dettaglio.

«I dati Istat, come ho già accennato, erano in netta crescita verso la fine del 2021. Si trattava di una tendenza che faceva ben sperare soprattutto se la si paragonava agli scenari emersi nel biennio precedente. Abbigliamento, calzature arredamento, tessile, mobili, prodotti per la casa e per la cura: la ripresa avanzava, a fatica, ma avanzava. Poi i fattori negativi hanno ripreso il sopravvento e tra variante, inflazione e caro bollette abbiamo avuto un nuovo e vistoso rallentamento che i negozianti del territorio hanno inevitabilmente accusato. Il potere di acquisto si è abbassato e le previsioni rispetto al 2022, con rincari di circa oltre mille euro per nucleo famigliare, hanno ristretto la disponibilità economica consolidando il percorso recessivo».

 

Turismo e accoglienza: come può diventare più attrattivo il territorio?

«Abbiamo accolto con favore la recente decisione di allentare le restrizioni eliminando i limiti per i vaccinati. L’istituzione di un green pass illimitato per coloro che hanno completato il ciclo di vaccinazione va nella giusta direzione. La situazione è mutata anche per i flussi di visitatori stranieri che possono avere accesso al suolo nazionale con il solo green pass e allargando mentre è stato ampliato il numero dei corridoi di entrata e di uscita. Sono provvedimenti, questi, che vanno nella direzione di rilanciare il turismo anche se a mio avviso ormai il comparto deve essere totalmente liberalizzato in merito ai flussi internazionali così da concedere più possibilità ai fini della ripartenza. In termini di prospettiva il turismo è molto importante per le economie locali. I territori hanno l’opportunità di esibire un mix felicissimo tra natura, paesaggio, storia, cultura. È nella valorizzazione di questi elementi strutturali che si gioca la vera partita per rendere attrattivo e competitivo il Paese che deve, però, imparare ad organizzare le strategie di sviluppo in modo coordinato e coerente facendo leva sulle forti e specifiche peculiarità che è in grado di offrire».

 

Intanto partite Iva e autonomi tendono a sparire dal mercato.

«A fine anno l’Istat ha certificato il crollo del lavoro autonomo. Anche i professionisti, ordinistici e non ordinistici, stanno subendo un rallentamento e credo che sia, questa, una conseguenza inevitabile di una legislazione generale che non li favorisce obbligandoli a costi, oneri, impegni burocratici che scoraggiano in partenza e che risultano ormai incompatibili con l’avvio di nuove realtà. D’altronde il governo ha tentato di provvedere nella fase della crisi con le misure di sostegno elaborate nei vari Dpcm. Il numero delle domande pervenute alle casse di previdenza professionali è stato altissimo, oltre 400 mila domande per l’indennità dei 600 euro mentre per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata pervenute all’Inps siamo giunti alla cifra astronomica di 5 milioni di richieste, a testimonianza della crisi devastante che sta attraversando il mondo delle partite Iva».

 

Politica nazionale e locale: quali sono le proposte di Sistema Impresa ?

«Le possibili risoluzioni messe in campo dai decisioni pubblici devono essere condivise e devono includere le forze economiche della società civile fino dal momento originario del processo di elaborazione degli interventi. A livello nazionale la priorità che deve generare un cambio di indirizzo sul fronte del dialogo e della cooperazione deve essere, a mio avviso, l’emendamento sul decreto Sostegni Ter che ha limitato ad un solo passaggio la cessione del credito in relazione al Superbonus edilizio. Una misura, il Superbonus, che ha rilanciato con forza il mercato dell’edilizia, che funziona e che non può essere modificata radicalmente penalizzando famiglie e imprese oneste. I furbetti ed i truffatori vanno perseguiti e puniti severamente lo Stato non dovrebbe generalizzare tra chi rispetta la legge e chi no penalizzando i primi. Inoltre le leggi economiche non si cambiano in corso d’opera. Occorre un intervento di correzione celere perché il comparto dell’edilizia che ora è in netta ripresa, e che ha un peso soverchiante sull’andamento dell’economia della provincia di Cremona, rischia di rimanere travolto. L’errore è stato quello di non aver intavolato un negoziato più aperto con le categorie economiche. Ma sono certo che il presidente Draghi, che non ha certo un’impostazione ideologica in relazione ai provvedimenti da adottare, introdurrà la soluzione correttiva».

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