SISTEMA IMPRESA
06-04-2021
Commercio e terziario in profondo rosso
Il presidente Tazza: «Riaprire subito attività, eliminare Tari e garantire il credito»
Crisi del commercio, del turismo e del terziario. Il presidente di Sistema Impresa Asvicom Cremona Berlino Tazza, che è anche alla guida della federazione lombarda e della confederazione nazionale, affronta le tematiche più rilevanti in relazione alla crisi pandemica e alle strategie per garantire la ripartenza economica. Ecco che cosa ci ha detto nell’intervista.
Ristorazione e turismo: quali sono le criticità maggiori?
“Gli errori commessi sono stati enormi ed il settore sta pagando il prezzo più alto della crisi. Le cose da fare sono moltissimi e ormai il tempo gioca a nostro svantaggio perché le aziende sono ad un passo dall’agonia definitiva. Gli imprenditori finora hanno dimostrato grande senso di responsabilità. Non si possono però chiedere ulteriori sacrifici. Ora bisogna ripartire sul serio. E per farlo bisogna riaprire. In un contesto rinnovato e che tenga conto delle difficoltà delle attività commerciali. Sul fronte delle imposte serve una modifica immediata in merito alla Tari, all’Imu, alla Tosap e alla Cosap. In assenza di lavoro e di guadagni che si continui a richiedere la tassa sui rifiuti è semplicemente assurdo. Ma quale rifiuti genera un’attività chiusa? Servono agevolazioni fiscali per dare sollievo a tutti i commercianti e ai piccoli imprenditori che non hanno lo stipendio assicurato a fine mese ma devono alzare la saracinesca, vendere servizi o prodotti, incassare. Sul condono fiscale occorre ampliare la platea dei beneficiari intervenendo decisamente a favore di chi svolge attività d’impresa. Alle aziende va garantita nuova liquidità. È evidente a tutti che la portata della crisi è eccezionale. Serve un dl Sostegni rinforzato e la maggioranza, in attesa degli emendamenti parlamentari, deve procedere subito con le modifiche”.
Il nodo dei trasporti: qual è la proposta di Sistema Impresa per sostenere le aziende?
“Mentre su altri punti abbiamo notato una netta discontinuità sul tema trasporti non ho visto scarti significativi tra l’attuale esecutivo ed il precedente. Anzi si seguita a non coinvolgere le aziende private menomando, di fatto, la capacità di risposta contro il virus ed il pericolo di nuovi contagi. Sistema Impresa chiede nuovamente di includere il trasporto pubblico non di linea all’interno delle strategie della mobilità urbana e metropolitana. Attraverso Sistema Trasporti, la nostra sigla datoriale operante nel settore che rappresenta oltre mille aziende in tutto il territorio nazionale, abbiamo più volte informato i decisori pubblici che per tradurre in realtà le misure di distanziamento necessarie a contenere la diffusione del Covid – 19 possono essere impiegati i 25mila bus turistici privati che sono in grado di trasportare 5 milioni di persone qualora dovessero essere utilizzati anche solo al 50%. Una risorsa che può rendere davvero efficienti i piani della mobilità e gli obbiettivi del trasporto pubblico locale. Eppure la nostra proposta continua a non registrare consenso tra i poteri istituzionali che sono deputati a prendere le decisioni finali in merito ad un tema strategico che rimane incomprensibilmente incompiuto e privo di soluzione. Tutti invocano una maggiore sicurezza ma non si prende in considerazione una iniziativa a portata di mano, semplice da attuare in presenza di una regia efficace, con il risultato che il Tpl continua a rappresentare l’anello debole nella catena di contrasto al virus”.
In che modo l’innovazione tecnologica può aiutare le imprese del terziario a risollevarsi davanti alla crisi?
“Fermo restando che la priorità è rappresentata dal via libera alla riapertura delle attività è evidente che le imprese sono entrate in una fase dove il ricorso alla tecnologia e la capacità innovativa tendono a coincidere. Chiaramente i nuovi strumenti materiali devono beneficiare al massimo della logica integrata, aperta e subitanea della rete. Innovare significa comprendere e adottare modelli tecnologici avanzati sulla base delle proprie necessità e dei propri obbiettivi. Durante la pandemia la tecnologia può esercitare un ruolo centrale sul fronte della salute e della sicurezza. Non solo. Grazie all’innovazione digitale è possibile promuovere azioni efficaci di marketing territoriale, intercettare la domanda di consumo in tempo reale, sviluppare app e vendite online anche per le piccole realtà, offrire servizi migliori e più competitivi, ridurre i tempi di risposta davanti alle richieste della clientela. Ho recentemente partecipato, in qualità di relatore, ad un webinar organizzato dall’Università di Firenze per la presentazione di un master dedicato alla figura dell’innovation manager. E’ una professionalità che a livello consulenziale viene sempre più richiesta anche dalle piccole realtà imprenditoriali del commercio e del terziario per utilizzare proficuamente i canali della rete e della tecnologia 4.0”.
Come si potrà sostenere l’occupazione una volta che saranno nuovamente autorizzati i licenziamenti?
“Occorre implementare nuove competenze nella forza lavoro. Dobbiamo, cioè, agire termini preventivi. Il primo passo da fare è dotare l’economia del Paese di un sistema potenziato di politiche attive eleggendo a strumento leader la formazione. Per fortuna, in questo ambito, esistono organizzazioni efficaci e già operanti che dovrebbero essere fornite di risorse più sostanziose per soddisfare il fabbisogno formativo delle aziende e dei dipendenti. Mi riferisco ai fondi interprofessionali nati con la legge 388 del 2000. Sistema Impresa, insieme al sindacato Confsal, condivide la governance del fondo Formazienda che riunisce oltre 110mila aziende per 750mila lavoratori e che aiuta le aziende a qualificare, riqualificare e professionalizzare le risorse umane. Oggi il sistema dei fondi interprofessionali subisce, a monte del funzionamento, una decurtazione governativa delle risorse economiche stabilite dalla legge. L’invito che rivolgo all’esecutivo è che sia ripristinata la cifra inizialmente destinata alla rete dei fondi interprofessionali. Solamente in questo modo, infatti, è possibile puntare con incisività sulla formazione continua per rinnovare le competenze dei lavoratori e garantire nuove chance di occupabilità qualora venga meno il posto di lavoro”.
Sistema Impresa propone da tempo una riforma degli ammortizzatori sociali. Ci può spiegare nel dettaglio?
“Mi sono già espresso in merito alla valorizzazione della missione formativa e delle politiche attive. La Naspi deve essere riformulata. In assenza di un vero percorso formativo il lavoratore non può che rimanere in balia della rete pubblica degli uffici di collocamento che si è dimostrata incapace di intercettare i fabbisogni del mondo produttivo. La debolezza strutturale del pubblico risiede anche in un eccesso di frazionamento decisionale e rilancia necessariamente il ruolo degli operatori privati. È da stabilire con urgenza l’unificazione e l’universalizzazione delle molteplici versioni delle azioni includendo in modo permanente i lavoratori autonomi e indipendenti. Vorrei infine ribadire come sia per noi inderogabile la verifica delle condizioni di rispetto dei principi di libertà sindacale. Un punto, questo, che risulta tuttora compromesso dall'istituzione dei Fondi di Solidarietà Bilaterali Alternativi in riferimento ai settori dell'artigianato e della somministrazione di lavoro. In particolare le irregolarità si ravvisano nella correlazione tra il contributo unificato per l’adesione al FSBA che risulta non scindibile da quello che determina l’iscrizione all’EBNA (Ente Bilaterale Nazionale Artigianato). Simultaneamente un datore del comparto artigiano è impossibilitato a versare al Fondo di Integrazione Salariale (FIS) istituito alternativamente al FSBA. Sistema Impresa intende dunque far valere l’articolo 39 della Costituzione richiedendo l’abolizione del versamento unificato di FSBA-EBNA”.