SISTEMA IMPRESA
16-05-2018
«Più flessibilità e fondi per le Pmi»
Delegazione di Sistema Impresa a Bruxelles. Il dossier per aiutare le Pmi. Tazza: «UE torni ad essere stimolo positivo per l’economia reale»
«E’ stato un momento molto utile e costruttivo. Un’occasione per implementare il metodo di lavoro che Sistema Impresa ha adottato con le commissioni del Parlamento nazionale dove si elaborano le misure di legge sul lavoro e sull’impresa. La possibilità di collaborare con le commissioni analoghe del Parlamento europeo è in linea con la nostra missione di tutela e di promozione del sistema produttivo italiano». Così Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa, che ha guidato, insieme al segretario generale Enrico Zucchi, la delegazione presso il Parlamento Europeo a Bruxelles alla quale hanno partecipato dirigenti delle federazioni e delle articolazioni che fanno parte della confederazione nazionale. Una realtà che raccoglie l’adesione di 156mila aziende per un totale di 960mila dipendenti in tutte le regioni italiane, e che è dotata di proprie organizzazioni nel mondo del credito, della formazione continua e della bilateralità. La delegazione nella giornata di lunedì è stata ospite del Cese (Comitato Economico e Sociale Europeo) dove Emilio Fatovic, componente del Cese in rappresentanza del sindacato Confsal, ha accolto i vertici di Sistema Impresa per illustrare il funzionamento dell’organo consultivo dove siedono i rappresentanti delle categorie economiche attive nei Paesi partner.
Martedì, invece, si è svolta la visita presso il Parlamento Europeo. A fare gli onori di casa l’eurodeputato Massimiliano Salini, membro delle commissioni Industria e Trasporti, che ha coordinato la riunione nella quale Tazza ha illustrato il dossier contenente i punti programmatici per favorire la nascita in sede europea di una politica economica a vantaggio delle piccole e medie aziende.
«Abbiamo sostenuto la necessità che l’Unione Europea sia comprensiva verso le ragioni di una cultura d’impresa autenticamente liberale e democratica, dove gli operatori economici che appartengono alla scala dimensione più diffusa all’interno del Made in Italy non siano penalizzati rispetto ai grandi gruppi che agiscono sui mercati globali. Sono questi, infatti, gli operatori che generano in termini aggregati la vera forza nel nostro Pil ma sono anche le realtà che più sono state messe sotto pressione dalla lunga crisi e che ora stanno finalmente rialzando la testa. E’ giusto che l’impianto macroeconomico e finanziario dell’Unione non sia ostile a questo mondo che Sistema Impresa ha lo scopo di tutelare negli interessi primari e sul quale si fonda la ricchezza dell’economia italiana» ha commentato Tazza.
Nel documento di Sistema Impresa si sottolinea l’urgenza di vedere all’opera un governo che possa mettere mano in tempi rapidi al «Documento di economia e finanza (Def) per bloccare l’aumento dell’Iva e accogliere le ragioni della flessibilità coniugandole con una forte e sincera spinta verso le riforme». Decisivi anche i passaggi sul ruolo della UE che deve promuovere «i grandi investimenti infrastrutturali», semplificare il più possibile «l’accesso ai bandi con i relativi finanziamenti» proprio in riferimento alle Pmi, proteggere «il valore del Made in Italy e l’eccellenza delle filiere», ridurre «il gap del costo energetico per le imprese» e non interrompere «lo stimolo positivo finora esercitato dalla Bce attraverso le operazioni di quantitative easing che hanno consentito di abbassare i tassi di interesse e allocare i titoli di Stato». Il dossier si conclude con l’appello lanciato al Parlamento Europeo chiamato ad approvare il bilancio settennale della Commissione.
«Si ritiene necessario – ha ribadito Tazza - non cedere al tentativo di ridurre le risorse attuando tagli che andrebbero a penalizzare le imprese, soprattutto nell’ambito agricolo e conseguentemente agroalimentare, e le regioni più virtuose che meglio dispongono dei fondi strutturali europee». Positivo il giudizio del presidente di Sistema Impresa al termine del viaggio di lavoro: «In Italia è ormai presente come maggioritaria, nel dibattito pubblico e politico, la posizione di coloro che sostengono la necessità di una svolta dell’Italia nel rapporto con Europa e di un cambiamento significativo delle politiche europee. La tecnocrazia di Bruxelles e Strasburgo ha dato prova di elaborare strategie e provvedimenti che molto spesso hanno indebolito l’economia reale. Ma negli incontri che abbiamo sostenuto in questi due giorni ho avuto segnali incoraggianti facendo intravedere la possibilità e la volontà di imboccare strade più fertili e produttive. E’ importante però che i suggerimenti del Parlamento europeo, il vero organo democratico fra le istituzioni comunitarie, siano ascoltati dalla Commissione Juncker. Ma è importante anche che i rappresentanti dei nostri partiti eletti a Bruxelles lavorino con spirito di squadra superando la logica delle casacche rivali e delle posizioni di rendita. Ma perché le cose possano davvero cambiare l’Italia poter contare il prima possibile su un governo stimato e autorevole. E’ il solo modo per farsi valere».